Novelle della nonna – Emma Perodi

Fantasia e realtà vanno spesso di pari passo. Formano un intreccio talmente ammaliante tanto per i bambini quanto per gli adulti. E diciamo la verità, chi con la scusa di accontentare figli e nipoti non si diletta e rilassa con una sana lettura “fiabesca”? Spesso accade che gli scrittori di favole vengono dimenticati o, talvolta, la loro fama rimane circoscritta a una cerchia limitata di soli appassionati del genere. Ciò sembra essere capitato a Emma Perodi, scrittrice, giornalista e intellettuale toscana del Risorgimento italiano, quasi dimenticata dalla Letteratura.Toscana e Sicilia, intorno alla seconda metà dell’Ottocento erano delle notevoli

riserve di caccia per gli studiosi di tradizioni popolari che raccoglievano e trascrivevano reperti narrativi di età ancestrali direttamente dalla voce dei parlanti,

quindi le sua novelle sembrano storie arcaiche risalenti a tempi antichissimi. Probabilmente si tratta di racconti che aveva ascoltato dalla nonna e dalle anziane signore vicine di casa, le quali apparivano come le depositarie celanti il segreto dell’esistenza. Proprio con la denominazione di Novelle della nonna s’intitola la sua opera principale. L’invenzione di questa figura anziana sembra la cornice entro la quale sono racchiusi i racconti, la cui struttura è modellata «sull’archetipo della novellistica occidentale». Il luogo geografico dove esse “approdano” (ad eccezione di una sola) è il Casentino, la regione montuosa che occupa l’alta valle dell’Arno. Quindi in un territorio tangibile vengono intrecciate storie fantastiche di vita contadina, dove reale e immaginario appaiono inscindibili.
Il genere affrontato, invece, è il neogotico, di una Toscana feudale e cavalleresca, dove Dio e diavolo, santi e peccatori camminano insieme, in un mondo diviso tra bene e male. L’orrore del male con le potenze malefiche e la rappresentazione delle anime dei defunti incantano i racconti, in alcuni dei quali Gesù stesso si dichiara persino sconfitto. Trapela la voglia di considerare reali i personaggi da lei, invece, inventati, con case e focolari domestici: talmente le descrizioni paesaggistiche e naturalistiche vengono curate nei dettagli. Essendo una scrittrice per l’infanzia, possiamo rinvenire nelle sue storie anche elementi di pedagogia.

Il panorama socio-culturale dell’Italia nella seconda metà dell’Ottocento è caratterizzato dall’impegno istituzionale volto all’alfabetizzazione delle fasce popolari, con un’attenzione strumentale indirizzata nello specifico all’istruzione e all’educazione dell’età infantile,

scrive Annunziata Marciano nel suo saggio alla scrittrice dedicato; questa condizione ha permesso uno sviluppo consistente di opere per l’infanzia, con interesse civico e sociale. L’obiettivo sembra quello di far conoscere l’infanzia, appunto, anche dei bimbi disagiati. Quindi realismo e moralismo sono ben amalgamati, e all’interno di questo intreccio l’adulto viene proposto come modello da seguire: è lui che istruisce, inducendo alla comprensione e alla pazienza.Dalle novelle esce fuori il «conservatorismo sociale», afferma la saggista Mariella Colin, che continua:

viene ribadita la necessità di una stretta aderenza alle forme culturali proprie ad ogni classe, e la “riscoperta” positivistica del folclore ne risulta così strumentalizzata. I contadini toscani devono preferire le usanze e le tradizioni paesane alle nuove mode cittadine, così come i modi arcaici di vivere e di sentire devono servire d’antidoto contro i pericoli di eversione sociale.

Si tratta di cultura popolare, di un popolo rispettoso della legge, generoso e aperto a quanto pare.
La lingua dei contadini, inoltre, appare valorizzata dall’illustre passato letterario. E si possono riscontrare nel Casentino tradizioni letterarie ricche.

I soggiorni di Dante in Casentino, così come le evocazioni di questa valle nella sua opera ci fanno comprendere il valore mitico dell’epos, del logos e del topos nelle Novelle della nonna e la forza attrattiva che queste componenti dell’ethnos toscano hanno esercitato, con maggiore o minore efficacia secondo le epoche, sull’ethnos dell’identità nazionale

scrive, invece, Viviana Agostini-Ouafi in un altro saggio sempre all’interno del Quaderno.
Tutte le realtà affrontate dalla Perodi nei suoi racconti, vengono analizzate, elaborate e studiate per dare al lettore una visione globale da molteplici punti di vista: fra essi quello storico e geografico. Non manca, infine, l’attenzione per i problemi che riguardavano la Toscana del tempo: economici (come ad esempio la crisi agraria con le difficoltà che ne ha comportato per i contadini), religiosi, sociali (può essere un caso la questione della “dote”), come pure l’incontro del mondo contadino con la borghesia di fine Ottocento.

Emma Perodi
Novelle della nonna
Pagine 576
Prezzo di copertina € 20,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist