Medicine e bugie – Salvo Di Grazia

Medicine e Bugie, il business della salute, come difendersi da truffe e ciarlatani, scritto da Salvo Di Grazia, editrice Chiarelettere, Milano, 2017, è un volume la cui lettura non è riservata solo a specialisti ma a tutti, proprio a tutti, per fare capire che la professione medica, esercitata con zelo, onora chi la esercita ed è ciò che afferma Salvo Di Grazia, ginecologo, fisiopatologo della riproduzione umana, specialista in colposcopia e in chirurgia vaginale, specializzazione acquisita in Francia. Di origine catanese, è uno studioso molto impegnato e con una grande capacità di osservazione, che in quest’opera si rivela molto utile e, nel contempo, rispettosa di quel giuramento Ippocratico che in medicina viene fatto prima di iniziare la professione. Le bugie di cui si parla in questo volume non sono certo quelle riguardanti la lunghezza del naso di Pinocchio ma quelle che passano sulla pelle dei pazienti, sia che esse vengano dette in buona o in malafede. Certo, il sentire Di Grazia rivendicare con forza l’etica professionale non solo nei confronti del medico ma di tutta quella ch’è l’impalcatura della protezione della salute umana, distende l’emotività dei pazienti, egli infatti osserva in modo critico non solo gli effetti della “pillola” ma il comportamento delle case farmaceutiche, dei laboratori di ricerca, delle riviste scientifiche, delle farmacie e dei farmacisti, dei medici, degli specialisti e della pubblicità specializzata e non. Opera molto coraggiosa la sua, specie quando dimostra un’immensa fiducia nel metodo scientifico, secondo il quale nessuno può farla franca, sia esso scienziato, medico o produttore di medicine, se non si supera la prova o il test, perché tale macchina, inarrestabile nei controlli, prima o dopo rivelerà la veridicità su ogni prodotto medicinale ed anche sulle tesi o sulle formule degli scienziati o scopritori. Molte denunce nascono dalla convinzione che le truffe, perpetrate con la complicità dei mass media, spesso considerano gli integratori come vere medicine e i farmaci equivalenti, dal costo inferiore, come dono di benefattori, poiché, scaduto il brevetto della casa farmaceutica che li ha sperimentati, finisce l’esclusiva, vengono prodotti da altre società farmaceutiche che, senza sostenere più spese di ricerca, li immettono sul mercato a prezzo più basso, scatenando una concorrenza selvaggia che origina introiti miliardari spaventosi. Ma ciò che rimane inspiegabile è come spesso scienziati e premi Nobel, dopo aver sostenuto la tesi secondo la quale se una cosa “non è dimostrabile non esiste”, ribaltino il loro pensiero con facilità, acclarando la seguente tesi secolare “esistono cose che la scienza non può dimostrare” e, quindi, avvalorano quasi l’indimostrabilità delle scoperte. Questa inventiva utopica viene esercitata fino a travolgere quella grande fiducia scientifica che avevano accumulato, in quanto sponsorizzano una medicina alternativa come quella omeopatica, cosa che secondo l’autore non regge al principio di “falsificabilità”, richiesto dal test scientifico, ma a quello del business, basato sul principio “similia similibus curantur”, principio mai dimostrato dalla scienza medica. Il problema è però che spesso molti ciarlatani gironzolano attorno a questa teoria e l’utente, di fronte a false credenze e bufale, vi cade con tutta la sua ingenuità, perché trattasi di un problema di salute.

«A me sembra chiaro che alle sciocchezze può abboccare chiunque, a prescindere dal livello socioculturale, intellettivo o economico. Ma forse, se si vedono le cose da un altro punto di vista, una spiegazione c’è.»

Credo che l’autore la individua nella creduloneria che sopravanza nonostante «c’è gente che perde tempo a smascherare le bufale, spiegare la scienza e combattere i ciarlatani».
Pensate al caso di “mamma Ebe”, che da 50 anni esercita la sua professione illecita con la promessa di fare rimanere incinte le donne sterili e, nonostante sia stata sempre smascherata, per consulto, le donne la vanno a trovare a casa sua, dove si trova agli arresti domiciliari.
I rischi di imbrogli esistono anche nel settore farmaceutico.

È più difficile però superare la catena di controllo, sostiene l’autore, “Una catena delicatissima”. Quando uno di questi anelli commette un errore o un imbroglio compromette inevitabilmente l’intera filiera. Il rischio c’è sempre, visto le mega truffe che spesso si sono verificate. La catena di controllo inizia con la sperimentazione del farmaco, fino a quando arriva in farmacia per la vendita e poi al consumatore, ogni anello di questa catena si lega all’altro per mezzo della fiducia, quando essa viene meno la catena si rompe e l’imbroglio viene inevitabilmente scoperto.

«Molte aziende farmaceutiche influenzano le nostre opinioni sulla salute e fanno pressione affinché i medici basino le loro scelte sull’interesse e non sulla scienze, spesso servendosi di trucchi subdoli, sottili, difficilmente identificabili, e facendo leva proprio sulla fiducia che gli altri depongono nel loro nome, nella loro reputazione».

L’Autore sostiene:

«È possibile falsificare dei dati (è successo), è possibile nascondere i risultati di una ricerca (è successo!), ma è pressoché impossibile non essere scoperti».

I medici spesso vengono condizionati dalle società farmaceutiche, facendo loro operare delle prescrizioni in malafede (casi rari per fortuna), allo stesso modo i pazienti stessi sono influenzati dalla pubblicità. Ma il più grande scandalo è stato prodotto dalla società farmaceutica GsK con la produzione di un psicofarmaco non solo inefficace per la depressione dei giovani ma catastrofico, in quanto induceva gli adolescenti al suicidio, una frode scientifica a tutti gli effetti, che scatenò una violenta polemica nei confronti delle autorità di controllo per l’approvazione del farmaco, anche se la società produttrice è stata sanzionata con una multa di 3 miliardi di dollari. L’autore non riesce a giustificare né lo scienziato o il medico, né la casa farmaceutica che ha manipolato i dati del farmaco, in quanto consapevoli delle conseguenze, specie se si tiene conto che la GsK riappare oggi con altri scandali in Polonia e in Cina. Affiorano conflitti di interesse enormi sulla ricerca scientifica, che potrebbero essere meglio attenzionati dagli Stati con la richiesta di una maggiore trasparenza alle istituzioni mediche, agli scienziati e alle società scientifiche. C’è infatti chi vende anche acqua di mare per l’igiene intima femminile al prezzo di 100 euro a litro, ma al di là delle truffe vi è anche il falso, basti pensare che in Giappone venne proposto uno studio, definito rivoluzionario, per la produzione di cellule staminali ma, scoperta la falsità perché nessuno era riuscito a produrle, l’autore della frode si suicidò per la vergogna. Subito dopo in Italia, come se nulla fosse, nacque il caso “Davide Vannoni”, un docente di psicologia che sosteneva di avere scoperto un metodo di lavorazione delle cellule staminali, senza però alcun esito o dimostrazione ebbe una condanna penale, ma incurante di ciò si trasferì all’estero dove iniziò a barattare il falso metodo e, quindi, fu nuovamente fermato e condannato. Gli imbrogli non finiscono mai, vanno dallo sciroppo per la tosse, Lisomucil, ritirato dalle farmacie in questi giorni, alla tisana che fa dimagrire oppure al farmaco anticancro, è questo un problema attuale. L’Autore sostiene che anche se un intero studio, completamente falso, venisse letto da un’intera comunità di ricercatori del mondo scientifico, ripetuto l’esperimento e verificati i risultati e le conclusioni, subentrerebbero ancora altri controlli per la sicurezza e l’efficacia e se queste prove non venissero superate difficilmente il farmaco potrebbe essere commercializzato. Salvo Di Grazia scruta tutto, dagli antidolorifici come il Vioxx, agli antibiotici come il Bactrim, il primo perché causò disturbi all’apparato cardio vascolare (ictus e infarto) e il secondo perché portò diversi pazienti alla morte.

Ma cosa sta succedendo nel campo della sanità?
Anche in merito all’utilizzo dei vaccini in Italia sono nate delle problematiche fra autorità sanitarie e famiglie. Vi sono state denunce di conflitti d’interesse ed è stato presentato un piano obbligatorio per i vaccini di fronte alla diffidenza dei genitori dei bambini. Proprio per questo Medicine e Bugie si rivela un libro attuale di denuncia, pieno di consigli derivanti dalla professionalità e preparazione dell’autore valori certamente messi a disposizione di tutti i pazienti, per avere con la medicina un approccio più sereno e tranquillo.

«La diffusione d’informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile. (Istituto Superiore di Sanità e Consiglio Superiore di Sanità)».

Richiamandosi all’art. 13 del codice deontologico del medico, Salvo Di Grazia conclude la ricca e fantastica opera, in cui si mette in gioco dicendo la verità, indicando ai pazienti l’obiettivo di non ascoltare le bugie deleterie che viaggiano e vanno in giro per il mondo.

 

Medicine e bugie
Il business della salute. Come difendersi da truffe e ciarlatani
Salvo Di Grazia
Chiarelettere, 2017
Pagine 224
Brossura € 15,00

 

 

Franco Santangelo

Critico e Storico