Vanessa Roggeri: La cercatrice di corallo

In quest’intervista la scrittrice Vanessa Roggeri ci parla del suo ultimo libro La cercatrice di corallo, che abbiamo letto e recensito qualche giorno fa. Un testo pubblicato da Rizzoli, e che come tutti i suoi lavori sta riscuotendo tanti successi e consensi.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Nell’estate del 2015 mi trovavo ad Alghero per presentare Fiore di fulmine, il mio secondo romanzo, e passeggiando per le stradine del centro storico, proprio davanti alle vetrine scintillanti di corallo, mi sono resa conto di non sapere nulla della storia di questo materiale nobile, di come si è sempre pescato e lavorato, e del suo significato più profondo. È stata una folgorazione: ho visto nella mia mente Regina, la cercatrice di corallo, che affondava negli abissi marini in cerca del prezioso rametto. Fin da subito sapevo che avrei raccontato la storia di due famiglie in guerra e che avrebbe avuto come simbolo il corallo prezioso di Sardegna.

Tre aggettivi per descrivere Achille e Regina?
Regina è libera, ribelle, pura. Achille è un ragazzo complicato, fragile, intenso.

Come è nata la tua passione per la scrittura?
È nata durante l’adolescenza come luogo ideale in cui rifugiarmi e trovare conforto. Ben presto però la passione si è trasformata in progetto di vita e col passare del tempo in un mestiere costruito sulla vocazione personale e sull’esperienza.

Un autore o autrice a cui sei legata?
Te ne dico tre: Jane Austen, Grazia Deledda, Charlotte Brönte.

Una frase del libro che lo racchiude?
«Io sono il mare. Il mare è in me».

Il tuo rapporto con il pubblico?
È un rapporto che mi ha cambiato la vita. È un rapporto a doppio filo fatto di una forte comunicazione emotiva. Sono i lettori ogni volta a definire e ridefinire il significato del mio scrivere.

Prossimi progetti?
Al momento sto lavorando al mio quarto romanzo e non solo. Ma è presto per parlarne.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice