Le Tre Donne di Dacia Maraini

In quest’intervista la scrittrice Dacia Maraini ci racconta della sua passione per la scrittura e del suo libro Tre Donne, edito Rizzoli,  che abbiamo da poco letto e recensito tra queste pagine

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Negli anni ‘70 ho scritto un testo teatrale chiamato Mela in cui mettevo in scena tre donne: nonna, madre e figlia. La struttura è rimasta quella, ma le tre donne sono diverse e le loro vite sono diverse. L’interesse per la famiglia, per le complicazioni dell’amore sono rimaste le stesse.

Una frase che lo raccoglie?
Mi è difficile trovare una frase che lo raccolga. Potrebbe essere Lentezza, potrebbe essere Amore senza possesso, potrebbe essere Responsabilità.  

Quando nasce la sua passione per la scrittura?
Io vengo da una famiglia di scrittori: la mia bisnonna inglese scriveva libri per bambini, mia nonna scriveva romanzi, mio padre, etnologo, ha sempre scritto dei suoi viaggi. Loro mi hanno contagiato con la passione per la lettura e la scrittura. La mia casa è sempre stata piena di libri e io ho cominciato a scrivere a 13 anni sul giornale della scuola. Da allora non ho mai smesso.

Qualcosa sulle donne raccontate nel suo testo?
Sono tre donne dal carattere forte, ma ciascuna con le proprie passioni e i propri gusti. Sembrano lontanissime l’una dall’altra, ma poi si scoprirà che hanno molto in comune e soprattutto sapranno costruire una cosa preziosa: il senso di responsabilità familiare che all’inizio è latente e poi, dopo la tragedia, viene fuori esplosivo.

Tre aggettivi per descriversi?
Per descrivere me? Non saprei proprio. Sono gli altri che ci descrivono. Io posso avere un sentimento di me, ma non saprei descrivermi. So, per sentimento, che vivo una contraddizione: da una parte una immaginazione dolorosa e impaurita che mi viene dai due anni di campo di concentramento giapponese subiti da bambina, dall’altra un istinto ottimistico e legato all’amore per la vita.

Prossimi progetti?
Sto scrivendo un altro romanzo, ma ci metterò due anni, come sempre per scrivere un romanzo e ancora non ne parlo. Intanto sta per uscire un libro dialogo, curato da un giovane scrittore, Claudio Volpe, che si intitola Il diritto di morire, sul fine vita e le leggi che la regolano.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice