La vita bugiarda degli adulti – Elena Ferrante

Elena Ferrante è tornata. E lo ha fatto con un romanzo scritto in maniera magistrale, com’è nelle sue corde, in grado di appassionare il lettore proprio per il suo stile particolare. Una prosa fluida, fra l’altro paradossalmente riconoscibile, dato che al modo di narrare pacato e spesso ridondante (in senso positivo, così come “colloquiale” è sinonimo di “credibile”), non mancano tematiche di riferimento all’infanzia, all’amicizia, a Napoli, agli anni Settanta, agli studi di greco, a fazioni di ricchi contrapposte a poveri, di eruditi e gente semplice. 

In La vita bugiarda degli adulti (Edizioni e/o, novembre 2019) si avverte forte l’eco de L’amica geniale, impossibile negarlo. Tanto che a volte sembra di leggere lo stesso romanzo. Qui però il verbo che maggiormente si attiene è “crescere”, affrancarsi dal mondo degli adulti, senza avere bene presente quale modello seguire. O meglio, si saprebbe quale, perché fin dalla nascita lo si è ritenuto scontato, ma poi la vita ha mescolato le carte e il “taglio” offerto non era contemplato.

Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione

Giovanna ha tredici anni quando suo padre le dice che assomiglia all’odiata zia Vittoria, una sorella arcigna con la quale lui ha avuto trascorsi burrascosi, che lo hanno portato a interrompere ogni tipo di rapporto. Lo sgomento della ragazzina la farà vacillare e desiderare ardentemente di conoscere questa sua zia, per verificare di persona se i cambiamenti che sente avvenire dentro di sé siano davvero influssi “maligni” a lei attribuiti, che ancora aleggiano sulla sua stirpe. Di lì a poco, il padre abbandonerà la famiglia e il senso di colpa sopito di Giannina, o Giannì com’è chiamata dalla stessa zia, si unirà al ribrezzo per una maschera che portano gli adulti che la circondano, precipitati in un turbine d’ipocrisia che ne ha inghiottito le pulsioni e le reali intenzioni. 

La spaccatura fra una famiglia colta e dedita agli studi, quale quella di Giovanna, e i parenti della zia Vittoria, persone semplici che abusano del dialetto, permetterà alla giovane di crearsi un varco e non perdersi nello sconforto. Lei è quella che studia; lei è quella intelligente; quindi Giannì cavalca l’onda del suo “successo” che forse potrebbe salvarla. Dai palpeggiamenti dei coetanei sui sedili posteriori delle auto; dai baci sprecati dati a chi non se li merita; dalla perdita della verginità che diviene un cardine granitico. 

Una tempesta emotiva travolge Giovanna, le sue amicizie, i suoi parenti. E, giusto al centro, questa ragazza è senza più guida. Dalla separazione dei genitori, senza un modello. Una sorta di “bordello”, inteso come confusione, che dall’esterno la investe e la induce a cadere nel gorgo, dove l’obiettivo primario diventa restare a galla, sebbene con l’ausilio della corrente, che porta dove capita. L’incontro con l’intellettuale Roberto sarà per lei una rivelazione: uno sprone per migliorare. Ma migliorare per chi? Per assomigliare a chi?

Il finale aperto fa intendere che ci saranno altri capitoli, ad arricchire la storia di Giovanna. Così come è stato a suo tempo per Lila e Lenù, le amiche geniali (ben quattro libri!).
E infatti, un senso di incompletezza si avverte e fa rimanere a bocca asciutta. D’altra parte, questo è il difetto che hanno le serie, dove la voglia di capire si spreca nel tempo dell’attesa.

La vita bugiarda degli adulti
Elena Ferrante
E/O, novembre 2019
Pagine: 336
Prezzo: € 19,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa