Intervista a Dacia Maraini

La scrittrice Dacia Maraini ha sempre coinvolto il pubblico con i suoi libri, in ognuno dei quali ha sempre affrontato un tema rilevante e donato un messaggio importante. “La scuola ci salverà”, il suo ultimo libro che affronta il tema della scuola, attuale sempre ma oggi ancor di più in questo periodo buio che stiamo vivendo.

“La scuola ci salverà”, un libro sulla scuola, sulla professione di insegnante, in questo periodo così duro questo luogo  ha sofferto molto compresi coloro che ne fanno parte, lei pensa che la scuola veramente possa salvarci, come è nata l’idea pertanto di questo libro?
La scuola non solo può salvarci, ma deve salvarci. Per farlo però ha bisogno di più affetto, di più cure e di più fiducia. In questo momento la scuola pesa solo sulle spalle degli insegnanti che coraggiosamente ci mettono tutta la loro passione per andare avanti. Ho ricordato la leggenda di Cola Pesce , il valoroso siciliano che andando sott’acqua ha scoperto che uno dei pilastri dell’isola era caduto e decide di tenere in equilibrio la terra con le sue spalle. Gli insegnanti oggi, in tempi di poca credibilità e poco investimento sulle istituzioni, fanno proprio questo: tengono in piedi la scuola che traballa.

Da sempre lei ha creato un legame forte con studenti e studentesse, come sono cambiati questi nel corso del tempo, c’è sempre un filo conduttore che lega i ragazzi e le ragazze fra passato e presente o sono completamente diversi?
No, i ragazzi non sono diversi: in maggioranza hanno voglia di apprendere e capire e crescere intellettualmente. Non parlo dei pochi bulli che si esprimono solo con la violenza . Quelli ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Oggi però si sentono più liberi proprio perché la scuola è stata desacralizzata. Se vogliamo che la scuola funzioni nel suo insieme, non solo basandosi sull’eroismo degli insegnanti, bisogna riportarla al centro dell’interesse del paese. Bisogna investire sul suo futuro, non solo economicamente ma culturalmente ed eticamente. Partendo dall’idea che la scuola non è solo un luogo per imparare delle nozioni ma il luogo dove si prepara il futuro consapevole e responsabile del cittadino.

Per lei cosa significa insegnare e su quali punti ha sempre basato le sue lezioni anche in luoghi non facili?
Per me l’insegnamento è dialettica. La scuola è un luogo di incontro in cui si parla, si discute,. Il professore mette le sue competenze, ma nello stesso tempo ascolta i suoi allievi, e li rende protagonisti della propria crescita . Cerca , secondo la maieutica socratica,  di tirare fuori il meglio da ogni ragazzo/ragazza, con fiducia e stima.

Come ha vissuto questo periodo e come lo sta vivendo? i libri, la scrittura hanno salvato anche lei visto che per molti e molte è stato così?
Per fortuna conosco la strategia del silenzio che accompagna la lettura e la scrittura. Ma comunque ho sofferto di non potere viaggiare, di non potere andare a teatro, al cinema, a cena con gli amici.

I suoi libri emozionano sempre, lasciano sempre qualcosa dentro ognuno o ognuna, nessuno si stacca dai suoi testi ma frasi, eventi, rimangono sempre per tutta la vita, quale è il segreto per entrare fortemente nell’anima di chi legge le sue opere?
Questo non glielo so dire. Comunque non ci sono segreti  nella mia scrittura, solo mi attengo ad alcune regole interiori: sincerità, passione, accuratezza, senso del ritmo.

Che rapporto ha con il suo pubblico?
Non penso mai a chi leggerà i miei libri. Come faccio a sapere chi mi leggerà? Quando scrivo, mi rivolgo ipoteticamente a un lettore ideale, disponibile, aperto, curioso e di animo non fanatico. 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice