La pittrice di Tokyo – Sarah I. Belmonte

Jolanda sogna di diventare la prima fotografa documentarista siciliana, in un’epoca in cui alle donne pressoché ogni cosa è preclusa. È il 1938 e c’è una guerra alle porte, già abbondantemente annunciata dalle leggi razziali. Mentre le sue coetanee si sposano, lei sogna una vita diversa. Ha un’idea di libertà che la induce a seminare per Palermo, ad esempio, poesie da affiggere ai muri e attribuire a un qualsivoglia poeta, meglio se maschio.
Quando il padre le intima di contrarre matrimonio, Jolanda decide di fuggire e lasciarsi tutto alle spalle, beneficiando di quel biglietto per Tokyo già pagato da una benefattrice che lei sente avere un ruolo dominante nella sua famiglia.
Ed è così che l’autrice siciliana Sarah I. Belmonte dà vita a La pittrice di Tokyo (Rizzoli, 2022) un romanzo suggestivo e dalla prosa ricca di similitudini. Un linguaggio lieve, scorrevole, dove però nulla è lasciato al caso. Perché il personaggio di fantasia che in questo caso è Jolanda, ragazza ribelle che anticipa i tempi, interseca la vita di una pittrice giapponese realmente esistita, che ha trascorso la maggior parte della sua vita proprio in Sicilia, O’Tama Kiyohara. E come di norma succede nelle biografie romanzate, dove la realtà attinta è frutto di studi ma solo parziale, il lettore ha modo di spaziare con la fantasia, emozionarsi e godere di un pezzo di storia che viene elargito più piacevolmente possibile. Senza nozioni.
Le vicissitudini di Jolanda in Giappone, con la descrizione di quel che vede e vive, permettono di visitare quel Paese com’era alle soglie della Seconda Guerra Mondiale, senza esserci mai stati.
L’incontro con Alfredo, con le loro incomprensioni. La bellezza del monte Fuji e dei pruni in fiore. La famiglia giapponese che ha fatto muro attorno a O’Tama, ormai anziana, tutti oltremodo protettivi e quasi ostili nei confronti di Jolanda. Comprensibilmente ostili, si converrà dopo avere
letto il libro. Non saranno altro che un modo per arrivare alla figura di questa pittrice, giunta in Sicilia tanti anni prima per amore, e fedele alla città di Palermo per il resto della vita. Tanto che le sue ceneri sono conservate in parte in patria, dov’è morta nel 1939, e in parte a Palermo nella tomba
con l’amato marito, lo scultore Vincenzo Ragusa.
La pittrice di Tokyo è una storia struggente, capace di infondere coraggio nelle proprie passioni. Che insegna che nella vita possono esserci più inizi, perché le radici attecchiscono ovunque. Basta fare pace coi demoni che ci portiamo dentro. Così poi viene l’amore, il rispetto, e la realizzazione di
sé.

La pittrice di Tokyo
Sarah I. Belmonte
Rizzoli, gennaio 2022
Pagine 352
Prezzo € 18,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa