Intervista a Daniela Cicchetta

In quest’intervista la scrittrice Daniela Cicchetta e il suo libro L’ultima lettera di Einstein. Ci si salva tutti e tutti insieme questo il messaggio della sua opera che nell’intervista spiega nei minimi particolari.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Credo l’idea sia nata e cresciuta con me, sono sempre stata molto sensibile all’argomento. Sicuramente il viaggio a Stonehenge nel 2019 ha magicamente riacceso questa necessità di provare a lanciare un urlo scritto: quella comunità di persone in sacra attesa al sorgere della Stella Madre regolamentata dall’etica, dal rispetto dell’altro e della Natura, dalla meditazione e contemplazione, mi hanno riempita d’amore e di coraggio. 

Dunia, Dymfna e Deena le protagoniste, entità molto particolari, tre aggettivi per descriverle?
Impavide, determinate, consapevoli. 

Nel romanzo parla di un tema importante quello di salvare il pianeta, ci troviamo in un periodo in cui l’ambiente ha bisogno di massima cura e tutela, cosa si dovrebbe fare per aiutarlo?
Intanto iniziare a fare qualcosa concretamente e non solo parlarne, ognuno rimanda o si arrende nella speranza che siano gli altri a occuparsene. Da dove iniziare personalmente? Dalle piccole cose: risparmio dell’acqua, non lasciarla scorrere inutilmente durante l’igiene quotidiana e utilizzare la lavastoviglie; diminuire il consumo della plastica riutilizzandola, a esempio recandosi ai distributori di detersivi alla spina, evitare l’acqua in bottiglia; ridurre i mezzi di locomozione privati e incentivare l’utilizzo di quelli pubblici; virare su una alimentazione prevalentemente vegetariana rifiutando gli allevamenti intensivi e non sprecare il cibo facendo la spesa in modo oculato; essere responsabili nella raccolta differenziata dei rifiuti; credere fortemente nel riciclo, non solo per gli abiti, ci sono un’infinità di oggetti che vengono comperati e scartati per il consumismo; scegliere brand che siano ecosostenibili. 

Da dove iniziare come società? Direi rinnegando l’odio e gli interessi economici che ruotano intorno a questo sentimento nefasto, alimentato in modo subdolo dagli organi di potere e dalle religioni. Quando saremo una cosa sola spiritualmente, quando non ci sarà più il desiderio di egemonia, avremo un mondo migliore che potrà cominciare a curarsi le ferite che si è autoprovocato. Fino a quel momento possiamo operare individualmente e scendere in piazza per reclamare l’amore, risvegliare le coscienze, almeno provare a farlo. L’ignavia è la più potente arma di distruzione. 

Ci si salva tutti e tutte insieme questo il messaggio della sua opera per lei è importante collaborare insieme per raggiungere vari obiettivi anche sociali ed etici?
Non è importante, è fondamentale, se ancora non riusciamo a capire che siamo tutti collegati, che siamo UNA SOLA COSA, Natura inclusa, non credo che riusciremo a farcela. Ma ci rendiamo conto che stiamo depauperando il Pianeta dove viviamo? Voglio risponderle con le parole di Deena, la donna del futuro quando parla di noi, definendoci il capitolo più distruttivo della storia dell’Umanità: «Purtroppo non si fermarono nemmeno quando fu lanciato il campanello di allarme sulla diminuzione dell’acqua dolce disponibile, sull’aumento dei gas serra che avevano superato l’80%, non si fermarono quando la temperatura media terrestre salì del 220%. Non si fece niente di concreto nemmeno quando arrivarono le pandemie, si continuò a litigare politicamente, nonostante fosse chiaro che era iniziata l’Apocalisse! Ognuno pensava semplicemente di non essere determinante! Per questo non furono sufficienti le misure prese dalle istituzioni. Mancò una coscienza collettiva, e nemmeno l’aumento demografico fu considerato un fattore chiave nelle minacce ecologiche e sociali. A quel punto, cedere il passo alle energie rinnovabili, promuovere un’alimentazione vegetariana preservando le foreste sacrificate a terreni per allevamenti e ridurre la crescita demografica furono decisioni in extremis e non portarono cambiamenti, la degenerazione stava galoppando.»
Vogliamo veramente questo, mi chiedo?

Il pubblico come sta rispondendo? 
Direi bene, ricevo conferme da molte persone che provano “Il dolore del mondo” come lo chiamano le mie protagoniste, che entrano in empatia con l’argomento del romanzo, che sentono il desiderio di poter fare qualcosa nel loro piccolo. Sta piacendo anche come romanzo d’amore, infatti narra tre bellissime storie, a parte quella per in nostro Pianeta, ci sono grandi sentimenti tra Dymfna e Flavio Aurelio nel 54 a.C. e, nel futuro, tra Deena e Marcel. Relazioni piene di difficoltà, che oscillano sempre tra ragione e sentimento (per dirla alla Austen) ma che aiutano i protagonisti a crescere spiritualmente. 

Prossimi progetti? 
Sto lavorando a un nuovo romanzo, iniziato tanti anni fa e poi lasciato a decantare, e su una biografia di un personaggio famoso che mi ha onorato della sua fiducia a riguardo. E poi nuovi progetti con la voce, letture di libri e non solo. A settembre riprenderò anche la Palestra Letteraria, corsi legati alla scrittura che lavorano sulle emozioni resistenti, collaboro con la Scuola Macondo-l’Officina delle Storie e ho anche delle classi private.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice