Claudio Volpe: i diversi volti dell’amore

In questa intervista lo scrittore Claudio Volpe parla del suo ultimo libro La traiettoria dell’amore e della sua passione per la scrittura.

Come nasce l’idea di scrivere La traiettoria dell’amore?
Nasce come ogni storia che racconto, dal desiderio di fare luce nell’oscurità dell’esistenza e di comprendere l’essere umano e il suo mondo interiore. Nasce altresì dalla volontà di affrontare due temi ben precisi: l’amore omosessuale tra due donne e la condizione delle carceri italiane. È un viaggio nelle pieghe dell’anima, un percorso di formazione sessuale e sentimentale, una critica di denuncia sociale.

Cosa rappresenta per lei l’amore?
L’amore è qualcosa di indicibile, qualcosa che salva e sconvolge, che può cambiare le persone innescando così quel mutamento che può cambiare il mondo. È probabilmente l’unica cosa per cui valga la pena vivere affrontando quotidianamente il peso dell’esistenza.

Una frase del libro che lo racchiude?
«Tutto quello di cui abbiamo davvero bisogno per sopravvivere agli inverni dell’anima ha il volto delle persone che amiamo…»

Tre aggettivi per descriversi?
Empatico, resiliente e testardo.

Uno scrittore che ama in particolare?
Margaret Mazzantini, Virginia Woolf, Luigi Pirandello.

Il pubblico come sta rispondendo?
Fortunatamente sto notando una grandissima risposta del pubblico a questo mio nuovo romanzo sia durante le presentazioni affollatissime, sia nelle lettere che ricevo dai lettori. Le persone si incuriosiscono alla storia che ho raccontato e a questo scrittore di ventisei anni che prova ad affrontare temi così grandi.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice