Io, però… – Rosa Santoro

Ogni volta che il sesso diventa protagonista della vita di una persona, e di un libro, l’attenzione e la curiosità fanno a gara a prevalere. Anche perché da quando sono entrate di moda le Cinquanta sfumature anche la Letteratura erotica (se di Letteratura vogliamo a tutti i costi parlare), che tra l’altro è sempre esistita, ha assunto un posto importante in libreria e tra i fruitori. E con quest’ultime il paragone con ogni altro testo non può non mancare, per il semplice motivo che la stragrande maggioranza dei lettori che dapprima disconoscevano questo genere magari con la scusa vi si sono approcciati.
Ma la Margherita di Rosa Santoro, protagonista di Io, però… edito da Arduino Sacco, è diversa dalla ragazza americana, forse perché la sua realtà è simile, per quanto al limite dell’assurdo, a tante realtà di ragazze ingenue che dal paese vanno a vivere in città con la scusa degli studi, e si danno completamente al mondo del piacere scoprendosi disinibite.

Margherita, un nome che in qualche modo già descrive la personalità di questa ragazza-donna alla ricerca di se stessa, rimanda a quel fiore da cui petalo dopo petalo vogliamo ricavare una storia che rimanda all’amore: ma questa, di Margherita, viene sfogliata in modo che nulla ha a che vedere con il romanticismo, perché gli uomini fondamentalmente la considerano un corpo-oggetto di puro piacere sessuale.
Rosa Santoro, che pure casualmente, nel nome, ricorda un fiore, è una scrittrice che ha usato nelle sue descrizioni diverse metafore letterarie. Così, talvolta, invece di trovare volgari parole ci si diletta nella scrittura che vuole aggraziare determinati momenti di intimità, anche se poi il significato si equivale alla meschinità dei comportamenti in atto. Una prostituta, di fatto, diventa, e benché se ne voglia dare un significato alto, definendola “Signora elegante”, quando ci sono soldi di mezzo, l’eleganzadifficilmente può sussistere.

E godo come una matta mentre le piogge umide scivolano lungo le mie cosce e la mia testa s’imbeve nella vera sessualità profonda di uomini adulti che non completamente mi soddisfano. Ho qualcosa di diverso.
Vorrei esplorare quella cosa strana che mi appartiene. E penso come possa lasciarmi andare a situazioni forse, apparentemente, non adeguate.. Una Dea divina che si trasforma in una spoglia margheritina… non aggiungo altro… ma è provocante, è sublime, è eccitante. Prende i sensi, ti fa gola subito, non puoi non cedere e dire no. Io cedo come un diavolo, come un angelo. Le mie mani non possono star ferme, godono assieme a me, con la carta e il liquido interno.

Quello di Margherita è un mondo crudo, che la Santoro vuole sublimare rendendolo poetico nell’uso di carta e penna, ma non sempre riesce, perché la realtà supera l’emozione, che in questo caso pare assente, trasformandosi talvolta in rabbia talaltra in indifferenza: così si crea quel contrasto tra chi crea il personaggio e quest’ultimo, ovvero due donne, la cui natura per definizione non si può mettere a nudo. Dunque nel cercare di avvicinarsi al lettore, per renderlo partecipe, inconsapevolmente lo allontana, rendendolo freddo a quel susseguirsi di eventi scarni, colmi solo di aggettivi ed eventi inerenti alla sessualità, i cui uomini presi in considerazione non possiedono anima né carattere né coinvolgimento emotivo.

La donna descritta non è altro che l’incarnazione della fragilità umana, intenta a ricercare quella felicità tanto desiderata, quel senso della vita che però diventa tragedia. Un libro che lascia il vuoto e mette a nudo le verità talvolta raccontate nei telegiornali, e che possono risiedere in quelle esistenze comuni che da ingenue passano a infelici per sempre.

 

Io, però…
Rosa Santoro
Arduino Sacco Editore, 2012
Pagine 144
Prezzo di copertina € 12,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist