Tra due vite – Laura Mazzeri

«Ormai la Laura fa parte dell’arredamento», commenta per sdrammatizzare un’infermiera del San Paolo. Grazie al colpo d’inizio di questa battuta siamo in grado immediatamente di cogliere una delle sfumature fondamentali di Tra due vite, uscito per Giunti il 2 settembre, una storia vera raccontata in forma di diario intimo. La sfumatura è quella di un’attitudine all’ironia che è in realtà rivelatrice di tutta una maniera di gestire le problematiche, le avversità, la vita: una maniera sbrigativa, lucida, efficiente, imprescindibile da una Milano che sembra disegnarsi da sé attraverso le parole dell’autrice.
Laura Mazzeri, 57 anni, nel 2009 è stata sottoposta a un trapianto di fegato. Questa è la storia. Quel che lei sceglie di fare, esprimendo per prima perplessità in proposito, è condividere senza filtri la propria esperienza estrema.

È vero. La mia è una storia particolare e, in termini statistici, alquanto rara. Eppure la mia esperienza di malattia e di trapianto conduce, sotto traccia, a un tema che tutti ci accomuna: il cambiamento provocato da un evento improvviso e traumatico.

Spira una grande forza e la sensazione di un alto senso di sé dalle pagine del libro, che è come una lavagna bianca pronta ad accogliere i pensieri più diversi, riflessioni personali, aperture al filosofico, confessioni a volte fieramente politically scorrect, senza le vergogne, senza reticenze, anche nel caso di argomenti delicati, intimi, complessi.
È una realtà difficile in cui immedesimarsi, questa della malattia grave. Eppure tramite tutta una serie di risvolti, di sfaccettature, di richiami e paralleli, la malattia si fa metafora dell’esistenza, insegna qualche cosa, pur se attraverso mezzi terribili. Parlando dei suoi figli l’autrice si accorge del fatto che

Durante questi mesi hanno incontrato il vero e unico dolore dell’esistenza: la consapevolezza che la vita del singolo è fragile, incerta, impermanente. Che ogni equilibrio raggiunto è solo una piccola pausa dentro un flusso di spostamenti continui. Che nell’eterno e universale andamento della vita, l’individuo, di per sé, è irrilevante.

La quotidianità viene investita e deformata dall’evento critico, nel continuo scarto tra il “prima” e il “dopo”. La polarità più estrema tra inquietudine e voglia di stare, tra coscienza della debolezza e spirito di affermazione. L’autrice, circondata di persone che hanno un determinato peso nella sua vita, ascolta e annota le motivazioni che la gente esprime quando parla di attaccamento alla vita, in parte condivise, in parte giudicate inessenziali, e confessa:

c’è qualcosa di ancor più profondo che mi spinge a resistere. La resistenza è «una specie di solitudine» dove ti ritrovi. Un essere per te stesso, molto vicino alla tua verità, aderente alla tua natura. Un contatto primario con il tuo spirito. Questo è il regalo, il messaggio contenuto nella mia malattia.

Poi c’è il rapporto con il “Giovane Calvaliere”, il donatore senza volto grazie al quale è stata possibile la svolta verso la salute, con la quale si svilupperà comunque un rapporto complicato, controverso, fatto di molti dubbi e di molte sfide. Questa figura quasi onirica del Giovane Cavaliere, oltre che convogliare l’attenzione sui donatori, fa sì che lo sguardo della Mazzeri si fermi con estrema capacità di penetrazione sopra il mondo degli adolescenti e dei ragazzi, cosa del resto favorita dalla propria storia personale di madre e insegnante.

Tra due vite è una storia vera che forse qualcun altro non avrebbe raccontato: è complicato sottrarsi ai rischi del protagonismo – anche se ciascuno è protagonista della propria vita – ed è complicato sottrarsi ai rischi connessi alla reale portata del pathos – anche se certi eventi della propria vita muovono enormi passioni. Ma il libro è un buon esempio di quanto possa essere complessa una sola persona, di quante contraddizioni stiano dentro alle più piccole azioni, di quale rapido cambiamento di orizzonti si possa attuare attorno a uno stesso pensiero, una stessa persona, una stessa situazione. Ciascuno è egoismo e anche generosità, ciascuno è orgoglio e anche debolezza, ciascuno è freddezza e anche trasporto, ciascuno è indifferenza e anche partecipazione, aggressività e condiscendenza, scetticismo e speranza, individualismo e abnegazione.

La scrittura è spiccia, pragmatica, colloquiale, a tratti in rapida movenza verso attimi di lirismo. È l’altra protagonista del libro la scrittura, una scrittura cercata, desiderata, corteggiata, prescelta come strumento – assieme al canto, all’immaginazione – di riscatto, e a volte pure sventolata platealmente come un’abilità che si è sicuri di avere acquisito. La scrittura, questo grande mostro, sacro mostro, che ci costa il senno, il sonno, la ragione.
La Mazzeri va nel mondo e va con grazia, forte del suo grande messaggio umano, vivere. Poiché «Esiste, per ognuno di noi – e per ciascuno in modo peculiare – un particolare processo di consapevolezza che può far bene, un cammino che si svolge e si realizza se accettiamo di stare, con semplicità, dentro la nostra complessità».

 

Tra due vite
Laura Mazzeri
Giunti, 2 settembre 2015
Pagine 192
Prezzo di copertina € 14,90

Teodora Dominici

Articolista, collaboratrice editoriale free-lance e scrittrice in pectore

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