Contro un mondo senza amore – Susan Abulhawa

Amman mi sembrava il luogo peggiore della terra, anche se avevo viaggiato poco al di fuori del Kuwait e non ero mai uscita dalla nostra regione. […] Ogni angolo di Amman mi riportava alla memoria quello che avevo perduto.

Chi parla è Nahr, la protagonista di Contro un mondo senza amore, il nuovo romanzo di Susan Abulhawa edito da Feltrinelli. Nahr è una giovanissima donna di origini palestinesi, vive in Kuwait dove la sua famiglia si è rifugiata a causa dei continui attacchi israeliani ai danni del popolo palestinese. Nahr non conosce la Palestina, se non dai malinconici racconti di sua nonna e di sua madre. Per lei la vita è quella che corre in Kuwait, fra il lavoro di estetista e le serate con le amiche, ma è anche il luogo in cui, pur di racimolare i soldi per assicurare gli studi universitari di suo fratello, Nahr finisce in un giro di prostituzione di alto bordo che lascerà ferite indelebili sul suo corpo e nella sua anima.

Convinta dalla madre e dalla nonna a visitare la Palestina, Nahr vi arriverà con le scarpe sbagliate, metafora della mancanza di volontà della ragazza di recarsi in un posto che sente lontanissimo dal suo modo di essere e al quale la lega solo il marito che l’ha abbandonata e dal quale intende divorziare. Ospite presso la casa della suocera, che la accoglie con una dolcezza inaspettata, Nahr conosce Bilal, fratello del suo ex marito, eroe nazionale della resistenza palestinese.

Contemplai la terra che dispiegava davanti ai miei occhi, fin dove le dolci colline incontravano il cielo. Le immagini cominciarono a confluire nel petto, rendendo il mio respiro sempre più profondo […] Tutto ciò che credevo di aver scartato, rimosso archiviato. Era tutto lì ad accogliermi, ad avvolgermi nell’abbraccio del nostro sradicamento collettivo dal luogo in cui vanno e da cui vengono tutte le nostre storie. Lì sono le nostre radici. Lì sono nati i nostri canti e sepolti i nostri antenati. L’adan echeggiava da minareti remoti. Mi scivolò dentro, mi fece drizzare i peli delle braccia, chiudere gli occhi e respirare l’invito alla preghiera.

Nonostante la sua iniziale ritrosia, Nahr finirà per sentire forte e indissolubile il suo senso di appartenenza con la Palestina, quella terra martoriata, per la libertà della quale Bilal e i suoi amici si battono incessantemente, affrontando pericoli inimmaginabili.

Il divorzio da Mhammad, il matrimonio con Bilal, la partecipazione ad azioni di resistenza contro gli occupanti. Saranno queste le vicende nelle quali si svilupperà l’esistenza di una nuova Nahr, lontana anni luce dalla ragazza frivola e spensierata lasciata in Kuwait. 

Nahr racconta la sua storia dal “cubo” una prigione super tecnologica nella quale è stata rinchiusa per scontare una lunga pena detentiva. Un luogo angusto dal quale traspare la cupezza di una esistenza illuminata solo dal ritrovato amore per la propria terra.

Questo nuovo romanzo della Abulhawa lascia qualche perplessità nel lettore che ha amato il suo splendido “Ogni mattina a Jenin”. Sembra quasi che la tensione narrativa non riesca a mantenersi costante nel corso della scrittura. Ma soprattutto sembra mancare quel pathos al quale ci aveva abituati, e che ci si aspetta nel racconto di una storia così drammatica come quella che ci narra la protagonista. Non si riesce in pieno a entrare in empatia con le sue dolorose vicende umane, di donna e di combattente, perché il racconto sembra sempre avvolto da una patina di superficialità che non ci permette di andare nel profondo.

Resta comunque l’apprezzamento per una nuova, necessaria testimonianza di ciò che è stata e continua ad essere l’occupazione israeliana in terra palestinese, un tema sul quale i riflettori non devono mai essere spenti.

Contro un mondo senza amore
Susan Abulhawa
Feltrinelli
Pagine: 352
Prezzo: € 18,00

Beatrice Tauro

Scrittrice