La mamma si è addormentata – Romy Hausmann

Dopo il grande successo del romanzo d’esordio La mia prediletta (Giunti 2020), opzionato per un film di prossima uscita, torna in libreria l’autrice tedesca Romy Hausmann. Il suo secondo thriller s’intitola La mamma si è addormentata, ed è stato pubblicato daGiunti nel novembre 2021. 

Nadja aveva solo quindici anni quando è stata condannata per avere commesso un crimine tremendo, sebbene si sia sempre dichiarata innocente. Il passato di quella che nel frattempo è diventata una donna, di trentacinque anni, è evocato attraverso una serie di lettere che lei non ha mai avuto il coraggio di spedire al fratello, ai tempi solo un bambino. 

Da anni cerco di trovare le parole giuste. Da anni cerco di mettere per iscritto ciò che accadde quel 17 giugno 1999, perché tu non lo hai mai sentito da me, solo da coloro che vedono in quella storia unicamente una sequenza di tragici fatti: due bambini lasciati a se stessi, una madre ignorante che non permette nemmeno che la chiamino “mamma”, per non sentirsi vecchia e forse per non scoraggiare gli “ospiti.”

Qualunque cosa sia successa in quella casa, Nadja ha scontato la sua pena e adesso vorrebbe solo rifugiarsi in un’esistenza normale, presso uno studio di avvocati che l’ha assunta come assistente. Ma esiste l’oblio, per persone come lei? Il senso di colpa la segue ovunque. Ecco perché Nadja, che sa bene cosa significhi perdere tutto, decide di aiutare Laura, la moglie del suo capo, che ha commesso un terribile errore e rischia di essere allontanata per sempre dal marito e dalla figlioletta. Nadja accetta quindi che la morte torni a farle visita, anche se sa di rendersi complice di un crimine. D’altra parte, Laura è stata la sola a dimostrarle un po’ d’amicizia, e sente di non poterla abbandonare alla sua disperazione. 

«Non so cosa significhi essere normali, ma in compenso una certezza ce l’ho: so di cosa possano essere capaci le persone. E ho paura. Il passato è venuto a prendermi e a farmi a pezzi.»

I boschi dello Spreewald, a sud-est di Berlino, diventano così lo scenario inquietante di un gioco perverso. Chi si è macchiato di una colpa potrà mai essere libero? O diventa invece il capro espiatorio ideale? L’assassino ideale? Perché in questi casi si può combattere solo per avere salva la vita, dato che la reputazione non esiste. Nessuno crederebbe a Nadja, qualunque cosa facesse o dicesse. Una triste constatazione che possiamo trasportare nella vita reale, dove spopola il pregiudizio.

C’è un ritmo incalzante in questa sequenza di colpi di scena, di rivelazioni. L’autrice è abile ad incuriosire il lettore e a tenerlo sempre appeso al filo dei suoi ragionamenti. I tasselli giungono a completarsi, per quanto si debba accettare che la sofferenza renda labile la mente. L’inadeguatezza dei genitori fa danni, quante volte dobbiamo tornare su questo triste discorso? Per cui, al cospetto di una personalità oppressa, ciò che sembra paradossale può risultare credibile. E dico questo perché l’epilogo, sebbene con un finale col botto, appare un tantino forzato. 

Ha ragione chi ha definito il romanzo “un grande casino”. Sì, abilmente congegnato dall’autrice come un fuoco d’artificio. Il 17 giugno del 1999 qualcosa di tremendo è successo a Nadja e alla sua famiglia. Al lettore spetta il compito di scoprirlo, mentre tutto il resto viene da sé, come uno spettacolare effetto domino. 

La mamma si è addormentata
Romy Hausmann
Giunti, novembre 2021
Pagine 384
Prezzo € 16,90

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa