Diritto di sangue – Gigi Paoli

Dopo Il giorno del sacrificio del 2021, in cui vi fu quella rocambolesca caduta di Carlo Alberto Marchi dalla passerella del Palazzo di Giustizia di Firenze, ironicamente chiamato “Gotham”, torna Gigi Paoli con una nuova indagine. Diritto di sangue (Giunti, marzo 2022) ci pone di fronte a un protagonista cambiato, ferito, che deve rallentare il suo passo. E non soltanto perché dopo essere stato tanto tempo in ospedale, tra la vita e la morte, il nostro amato cronista giudiziario adesso cammina con una stampella. A dirla tutta, soffre pure di acufene ed è diventato nientemeno che dipendente dagli antidolorifici. Il tempo farà il suo corso, rimetterà in sesto quel fisico martoriato. L’anima, invece, è un’altra cosa. E in questo romanzo abbiamo a che fare col privato di Marchi. Con un dolore mai sviscerato, mai palesato apertamente o digerito. La tragica morte del padre che ha affamato negli anni il suo bisogno di verità.

E quell’uomo davanti a me, che a quella domanda avrebbe potuto dare una risposta dopo tutti quegli anni, mi impediva di esercitare un diritto profondo e personale. Un diritto di sangue. Il diritto era mio, il sangue era quello di mio padre.

Mentre Marchi è in malattia e quindi costretto a stare lontano dal suo amato lavoro al giornale, gli viene chiesto di indagare in via ufficiosa su un omicidio. Nello splendido parco delle Cascine, polmone verde del capoluogo fiorentino di giorno e ritrovo della malavita la notte, hanno ucciso Giorgio Mati, lo storico gestore del fugone che vende bibite e panini.  

Eh, sì, questa volta a Marchi hanno ucciso il paninaro! È proprio il caso di dirlo. Meta di tante rimpatriate, a fine turno, insieme a poliziotti e transessuali. Indistintamente.
Quell’uomo, dalla vita in apparenza irreprensibile, in realtà nascondeva un incredibile segreto. Avente a che fare con gli anni bui delle Brigate Rosse. Un collegamento inaudito, che lo farà ripiombare in una storia passata e mai chiarita.
Gigi Paoli è l’autore lapidario, cinematografico per eccellenza. È quello dei nomi facili: la figlia Donata è cresciuta e adesso ha un fidanzatino. E sapete come si chiama? Gigi.

Dico questa cosa, perché è l’autore preferito da mia madre, che mi chiede sempre di comprarle i suoi libri, così non si confonde coi personaggi. È ancora l’autore dei battibecchi ironici fra colleghi, delle battute esilaranti. Per poi tornare a essere maledettamente serio, quando si tratta di sofferenza e di sentimenti.
In Diritto di sangue ci ha mostrato un lato estremamente umano del suo protagonista, una fragilità con la quale tutti ci possiamo identificare. Con quella rabbia condivisa nei confronti di faccende insabbiate negli anni, annullate fino paradossalmente a perdere valore. Soprattutto quando a morire è un padre, che ancora attende giustizia. E allora la paura si annulla e scende in campo la determinazione. Carlo Alberto Marchi non sente più dolore, ma vuole solo la verità.

Gigi Paoli
Diritto di sangue
Giunti, marzo 2022
Pagine 310
Prezzo € 16,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa