I riti dell’acqua – Eva G. Sáenz de Urturi

I riti dell’acqua (Piemme, settembre 2020) è il secondo libro della cosiddetta Trilogia della città bianca. L’intera opera è ambientata nei Paesi Baschi, una comunità autonoma della Spagna settentrionale dove vigono delle forti tradizioni culturali. 

L’autrice è Eva García Sáenz de Urturi, originaria di quei luoghi, che ha scalato le classifiche grazie a una certosina documentazione storica, marchio di fabbrica dei suoi lavori.

Chi si è perso il primo, Il silenzio della città bianca, non faticherà a entrare nell’atmosfera di questa seconda avventura del profiler del commissariato di Vitoria Unai López de Ayala, il “ragazzone” alto dalle braccia lunghe e forti come tentacoli, tanto da essere soprannominato Kraken, l’antico mostro mitologico avente le sembianze di un calamaro gigante. Ogni avventura si rivela autoconclusiva e i personaggi hanno modo di tornare spesso su quanto accaduto, per cui chi legge avrà la sensazione di non essersi perso particolari importanti. Piuttosto, rimpiangerà di non avere iniziato la trilogia dal primo libro, perché la suspense che l’autrice riesce a creare è qualcosa di unico. Al fine di prolungare il divertimento e non precludersi qualcosa di bello.

Ana Belén Liaño è stata la prima ragazza di Unai durante un campo estivo nel 1992, dove lui adolescente aveva partecipato assieme a tre amici, allo scopo di ricostruire un antico villaggio cantabrico risalente all’età del ferro. Una simulazione, o meglio, una riproduzione avente sicuramente un fine didattico, che però i quattro giovani avevano preso come uno svago dalla vita grigia di città.  Nel novembre del 2016, epoca in cui si svolgono i fatti, in alternanza ai ricordi del 1992, Ana Belén, che era diventata una fumettista quotata, viene trovata assassinata nel Tunnel di San Adrián. Appesa per i piedi e immersa in un calderone di bronzo, la donna era incinta ed è stata uccisa secondo un antico rituale: la Tripla Morte celtica. 

Unai e la sua collega Estíbaliz consultano vari esperti, poiché hanno il sentore di trovarsi al cospetto di un assassino seriale, probabilmente molto più vicino a loro di quanto non si creda. Che uccide in luoghi di culto della mitologia celtica, collegati dai cosiddetti “riti dell’acqua”, nella confinante regione di Cantabria. Quella che a prima vista sembra l’opera di un folle, fissato con riti macabri, in realtà si scopre essere un piano lucido di vendetta, collegato a quanto avvenne nel famigerato campo estivo, ben ventiquattro anni prima. 

Questa storia ricca di colpi di scena, in cui non si ha neppure un attimo per annoiarsi, parla di maternità e paternità; della decisione consapevole che per ciascuno di noi comporta essere un buon genitore, indipendentemente dal passato. I morti si susseguono, e sono tutte persone che stavano per diventare genitori. Per cui, quando Unai scopre che la vicecommissaria Alba Salvatierra aspetta un figlio, che potrebbe addirittura essere suo, si pone come obiettivo di mettere fine una volta per tutte a quella spirale di sangue che dura da troppo tempo. 

Consiglio la lettura di questo thriller, perché l’autrice è dotata davvero di una fervida fantasia, mai scontata e anche abbastanza credibile. Naturalmente, se non vi fosse inserita qualche fantasia astrusa, neanche sarebbe un romanzo! L’intreccio è magistrale; dura è la personale sfida alla caccia all’assassino. Se considerate che l’unica difficoltà che ho incontrato sono stati i nomi difficili e i luoghi ancor peggio, direi che I riti dell’acqua abbia abbondantemente superato l’esame e sia quindi da considerarsi un romanzo degno di nota.

I riti dell’acqua
Eva G. Sáenz de Urturi
Piemme, settembre 2020
Pagine: 496
Prezzo: € 18,90

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa

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