Bolle di sapone – Marco Malvaldi

Raccontare la pandemia di Covid-19 in un romanzo non è assolutamente facile, specie se per romanzo s’intende la nuova avventura di Massimo Viviani, il “barrista” di Pineta, e dei vecchietti toscanacci del BarLume, che in passato ci hanno fatto tanto divertire. E se l’autore è Marco Malvaldi, ironico all’ennesima potenza.

A confinare in casa Aldo, Pilade e il Rimediotti, nel più ristretto lockdown in quanto ultraottantenni,  c’è il rischio di far piombare il lettore in quel clima di angoscia che è stato il cosiddetto “anno inutile”, ovvero il 2020. Così come mandare nonno Ampelio in ospedale, a causa di un femore rotto, potrebbe amplificare la tristezza per la condizione disumana di chi ha dovuto subire un ricovero in completa solitudine, con il solo ausilio di un cellulare, quando è andata bene. Di ricordare al mondo, ancora una volta, cos’hanno dovuto patire i nostri anziani. E chi legge del BarLume si vuole divertire, vuole trascorrere piacevolmente qualche ora di spensieratezza. 
Ma per fortuna, così è stato. 
In Bolle di sapone (Sellerio, settembre 2021) i “vecchiardi” non hanno perso il solito umorismo e hanno tirato fuori risorse che neanche loro pensavano di avere all’attivo. E che dire di Ampelio? Lui è stato semplicemente un occhio vigile in corsia, che ha permesso all’autore di trattare il difficile argomento delle condizioni disumane in cui si è ritrovato il personale sanitario allo scoppio della pandemia, in quel maledetto inizio di marzo 2020.
In realtà, chi ha visto la serie televisiva su Sky, già sapeva che quei personaggi erano abili a destreggiarsi fra videochiamate e indagini in collegamento da casa. Soprattutto, la scoperta che la briscola in cinque si può fare anche online.

Ma veniamo alla trama. Consultare ogni giorno le statistiche dei morti e di quanto sta avvenendo a Bergamo, di certo non aiuta la combriccola, dato che nel target d’età di chi ha meno speranze di salvarsi, se colpito dal virus, i novantenni come loro sono compresi alla grande. La noia rischia di schiacciarli, forse anche la depressione. Però ecco che giunge un caso di cui appassionarsi, quasi fosse piovuto dal cielo e s’insinuasse a fagiolo (perché dopo avere letto Malvaldi, anche la scrittura diventa più facile, meno formale: meraviglia!)
Alice, la vicequestora fidanzata col Viviani, recatasi in Calabria per un corso d’aggiornamento della polizia, rimane bloccata in albergo. Fra una videochiamata e l’altra, butta lì dei quesiti a Massimo e ai “bimbi”, a proposito di un duplice omicidio che starebbe seguendo. Da Pineta, i suoi interlocutori raddrizzano subito le antenne e si prodigano per dare una mano nelle indagini, seppure da remoto.

La solitudine dell’isolamento, le lunghe file ai supermercati indossando i guanti, l’obbligo serrato di mascherine che in giro non si trovano, ci catapultano in ricordi spiacevoli, come negare? Eppure l’autore tratta tutto con piacevole leggerezza e battute esilaranti, che fanno scoppiare dalle risate dall’inizio alla fine.
Molto ben riuscito il personaggio di Gigina, la mamma-giramondo di Massimo, giunta a Pineta anche lei per il lockdown. Un tormento ulteriore per il Viviani, questa settantenne “precisina” che si mette a fare dolci a raffica, che ingaggerà col figlio dei siparietti davvero molto divertenti.
Un finale col botto, strepitoso e non dico altro. Che poi, a ben rifletterci, metterà a posto tutti i tasselli, titolo compreso.
Agli amanti del BarLume, di Pineta, di Massimo Viviani, ma anche di Marco Malvaldi, dico che Bolle di sapone è imperdibile. Sebbene parli di pandemia, chi cerca evasione non resterà deluso.

Bolle di sapone
Marco Malvaldi
Sellerio, settembre 2021
Pagine 266
Prezzo € 15,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa